WUCHANG: Fallen Feathers, la recensione del soulslike cinese

La Cina è colpita da una maledizione: per salvarla e salvarci dovremo combattere!

WUCHANG: Fallen Feathers, il soulslike che parla cinese

Se amate i soulslike c’è un nuovo titolo che arriva dal team cinese Leenzee Games e per scoprire tutto a riguardo non vi resta che continuare a leggere queste righe, dove potete trovare la nostra recensione di WUCHANG: Fallen Feathers in edizione PlayStation5, ma il titolo è disponibile anche su PC e XBox di ultima generazione. Prendiamo due dati di fatto e uniamoli: il primo è che il mercato guarda con sempre maggiore interesse alle produzioni cinesi che, ultimamente, hanno dimostrato di avere le giuste capacità per dare vita a titoli di prima qualità. Il secondo ci ricorda che è ancora vivo il desiderio di giocare a qualche buon soulslike, seguendo la linea tracciata da From Software.

WUCHANG: Fallen Feathers, la recensione del soulslike cinese
Coi boss piangerete lacrime amare

Unite entrambi i fattori ed ecco a voi WUCHANG: Fallen Feathers, action ad alta difficoltà ambientato in una Cina alternativa durante il periodo finale della dinastia Ming. L’ambientazione si limita a prendere spunto dal periodo storico e lo rielabora in chiave dark fantasy, naturalmente cogliendo a piene mani dalla mitologia dell’impero asiatico. Wuchang, la nostra protagonista, è una piratessa che ne ha passate di cotte e di crude e per qualche motivo si risveglia senza alcun ricordo del proprio passato, in un villaggio della regione di Shu. Come se non bastasse, scopre di essere afflitta dalla Piumatura, un po' malattia, un po' maledizione, che fa comparire piume sul corpo degli sventurati e li trasforma, poco a poco, in mostri senza alcun barlume di umanità. Wuchang dovrà compiere un viaggio alla ricerca del proprio passato, per scoprire le verità sulla Piumatura prima che sia troppo tardi.

Questo è l'incipit di WUCHANG: Fallen Feathers, soulslike che poggia su alcune scelte narrative decisamente già viste (perdita di memoria, maledizione in stile epidemia e via dicendo), ma lo fa portandole in una ambientazione orientale che non è ancora stata usata troppo spesso, regalando un certo senso di stupore nel vedere ricreata la Cina dell'epoca Ming, ma (senza andare a spoilerare), sappiate che la trama non ha spunti imprescindibili e non è certo la parte migliore della produzione, complici alcuni cliché. Sino dalle prime battute di gioco è abbastanza chiaro che dovremo raffrontarci con un titolo che non vuole fare sconti a nessuno, tanto che non c'è modo di selezionare il livello di difficoltà. Insomma, se si accetta la sfida del team di sviluppo si deve giocare alle loro regole senza cercare scorciatoie. L'avvenuta si svolge in ambienti semi aperti, senza mai sfiorare l'open world, ma evitando di cadere in fastidiosi corridoi, con un level design capace di dare un certo respiro ai livelli, per quanto non siano tutti particolarmente ispirati. Il sistema è collaudato: dovremo superare avversari di livello più basso per poi arrivare ai classici boss, cercando oggetti specifici, chiavi per aprire porte e via dicendo.

WUCHANG: Fallen Feathers, la recensione del soulslike cinese
I personaggi secondari potevano essere resi un po' meglio

Gli avversari sono legati alla Piumatura e avremo modo di incontrare nemici più o meno corrotti da essa, tra guerrieri, monaci o semplici contadini (magari con una spiccata passione per il cannibalismo), sempre più vicini alla follia e pronti ad attaccarci alla prima occasione, tra l'altro con una intelligenza artificiale non proprio evoluta. Non mancano demoni vari, presi di peso dal folklore cinese, sia di basso rango che più impegnativi e naturalmente largo spazio ai boss (anche "mini"), tra scontri obbligatori e battaglie opzionali. Questi sono davvero impegnativi e se riusciremo abbastanza in fretta a capire come liberarci degli avversari semplici, coi boss la difficoltà sale enormemente, a volte in maniera anche troppo ripida, più che altro perché non tutte le movenze sono abbastanza leggibili.

Non stiamo parlando di un livello in grado di farci sudare come i Souls originali, ma vi assicuro che almeno un paio di boss vi potrebbero portare a sfiorare la frustrazione. Rimane il fatto che check point non sono particolarmente distanti l'uno dall'altro e chi ama il genere non farà troppa fatica ad adattarsi. Naturalmente sono presenti anche i corrispettivi dei falò "darksoulsiani", cioè dei santuari che daranno accesso a varie opzioni tra cui quella di riposare e ricaricare gli oggetti curativi, sapendo che però tutti o quasi gli avversari sconfitti torneranno in vita. Ma quanto si muore in WUCHANG: Fallen Feathers? Tanto e spesso e ogni volta che accadrà sarà il caso di tornare sul punto dell'accaduto per recuperare il chroma rosso che avremo perso, una essenza in grado di farci diventare più forti.

WUCHANG: Fallen Feathers: come si combatte nell'antica cina?

Naturalmente il punto forte di WUCHANG: Fallen Feathers è rappresentato dal combat system che cerca di trovare qualche strada alternativa rispetto ai tanti soulslike che abbiamo già giocato. Potremo equipaggiare due armi alla volta, ognuna con le sue peculiarità e stile differente dalle altre, per adattarsi sia alle nostre preferenze, sia agli avversari da sconfiggere. C'è una barra del vigore che limita le azioni da compiere, ma si rigenera velocemente e in generale è abbastanza generosa. Rispetto ad altri titoli, la parata perde di importanza e va utilizzata come sistema per “spezzare” l'azione avversaria in momenti di particolare difficoltà, visto che non permette di eseguire un classico parry e non elimina del tutto i danni subiti.

WUCHANG: Fallen Feathers, la recensione del soulslike cinese
La nostra protagonista è modellata con buoni risultati

La meccanica su cui si fonda il combattimento è la schivata che, se fatta con le giuste tempistiche va a dare vita a un “battibaleno”, cioè al riempimento di una carica di un apposito indicatore che possiamo spendere per usare un colpo speciale. Sempre grazie al battibaleno possiamo infliggere un colpo potente al nemico, sguainando e impugnando l'arma non in uso rinfoderando quella che stavamo brandendo. Bisogna dire che la soluzione necessita di una certa preparazione, visto che inizialmente potreste aver puntato sulla crescita da una sola arma e passare a un’altra potrebbe essere quasi un fastidio, nonostante i danni inflitti al nemico con la mossa. Presenti anche le magie, utili per infliggere colpi anche a distanza (così come alcuni oggetti), e la possibilità di utilizzare delle abilità assegnate alle armi, senza contare i classici colpi normali o più potenti, con tanto di caricamento. Le nostre capacità crescono utilizzando il chroma rosso di cui abbiamo già parlato, grazie al quale potremo sbloccare un ampio albero delle abilità dove troveremo mosse speciali, miglioramenti delle statistiche e via dicendo. 

La scelta è variegata, ma ho un po’ patito la mappatura dei comandi che va a sovrapporre sugli stessi tasti alcuni comandi, vedi la parata legata a L1, ma anche l’esecuzione dell’abilità arma o la corsa attivabile con la pressione prolungata dello stesso tasto dedicato alla schivata. Prendendoci la mano, riusciremo comunque a mettere a segno delle combinazioni soddisfacenti. Bisogna tenere da conto anche l'equipaggiamento, perché ogni elemento indossato (di cui potremo cambiare l'aspetto fisico scegliendo tra quello degli altri oggetti sbloccati) andrà a influire sulle tante statistiche di Wuchang, tra resistenze e capacità di usare le armi: per fare un piccolo esempio, se vogliamo puntare su un'arma con lama, sarà il caso di equipaggiare oggetti che aumentano la potenza dei nostri fendenti.

Non dimentichiamo anche la Tempra, cioè degli oggetti da inserire al braccio della nostra protagonista per sfruttare ulteriori bonus. Importantissima e centrale nelle economie del gioco è la Furia. Combattendo, subendo danni e morendo aumenterà la nostra Furia e ci renderà più potenti, ma questa potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, perché quando supereremo un certo livello, comparirà il Demone Interiore che alberga dentro alla protagonista, un potentissimo essere di puro odio che potrebbe attaccare chiunque, tanto noi quanto i nostri nemici. Saper gestire la Furia (anche con appositi oggetti consumabili) potrebbe renderci le cose molto più facile, ma non è semplicissimo riuscire a far si che il Demone Interiore si limiti a fare quel che ci fa comodo e spesso si trasforma in un osso duro da combattere

WUCHANG: Fallen Feathers, la recensione del soulslike cinese
Consiglio di usare con parsimonia gli oggetti che troverete

Come avrete ben capito c'è davvero tanta carne al fuoco, ma proprio tutta questa abbondanza rischia di lasciare un po' spaesati in mezzo a tutte queste informazioni. Dal punto di vista tecnico, il lavoro di Leenzee Games è apprezzabile, offrendo diverse opzioni video che riescono a dare una resa pregevole del frame rate (rinunciando alla modalità dedicata alla qualità visiva), con la protagonista e i boss resi in modo pregevole, mentre i personaggi secondari e soprattutto i nemici di basso livello lasciano un po' a desiderare. Bisogna comunque dire che nonostante questa sia solo il secondo titolo sviluppato dal team di sviluppo cinese, la resa grafica va apprezzata, anche a fronte di un budget non certo stellare. Un po' sottotono la colonna sonora, dove nessuna traccia riesce a fare breccia restando nell'anonimato, ma bisogna assolutamente applaudire il fatto che anche se manca il doppiaggio nella nostra lingua, tutti i testi sono in italiano, elemento che al giorno d'oggi non va dato per scontato

WUCHANG: Fallen Feathers prova a dire la sua nell'affollato panorama dei soulslike, basandosi su tanti elementi classici e cercando di inserire qualche novità. Nel complesso siamo davanti a un titolo che potrebbe stuzzicare gli amanti del genere, con un livello di sfida alto unito a un combat system forse con un po' troppa carne al fuoco, ma ben studiato, per quanto non ai livelli dei mostri sacri del genere. Non sarà un capolavoro, ma ci conferma che gli sviluppatori cinesi hanno diverse frecce al loro arco.

Wuchang: Fallen Feathers

Versione Testata: PS5

7.5

Voto

Redazione

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Wuchang: Fallen Feathers

WUCHANG: Fallen Feathers è un soulslike di discreta fattura, ma senza elementi in grado di farlo risaltare nella massa di titoli che hanno preso spunto dai successi di From Software. Fermo restando che siamo davanti a un titolo che non gode di budget stratosferici, WUCHANG: Fallen Feathers mescola una discreta direzione artistica a poche idee originali riuscendo a intrattenere senza particolari picchi, ma con una resa onesta. Un interessante sistema di progressione cozza con alcune lacune del combat system, principalmente da cercare nei parring non sempre coerenti. Resta il fatto che gli spunti interessanti siano diversi: la Tempra, l'albero delle abilità, le tante armi e la Furia che porta alla presenza del Demone Interiore e via dicendo. A dirla tutta, forse la carne al fuoco è quasi troppa, rischiando di rendere dispersiva l'esperienza di gioco, ma con la giusta disciplina (e vi assicuro che ve ne servirà) potrete divertirvi senza badare troppo alla trama, non sempre ispirata. Se avete già giocato i vari soulslike, WUCHANG: Fallen Feathers potrevve regalarvi una nuova sfida che non resterà negli annali del videogame, ma ha qualcosa da dire che merita di essere ascoltato e preso in considerazione..  

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